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Vino e Dintorni

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Ho deciso di dedicare una sezione in onore del tappo di sughero, che tutti conoscono, ma che nessuno apprezza per quello che è; anzi, solitamente se ne parla solo perchè rovina il vino col classico Odor di Tappo. Ma pochi sanno come sia complessa la lavorazione del sughero per ottenere un semplice tappo.

La pianta che produce il sughero è un bellissimo e frondoso albero mediterraneo (Quercus Suber) alto 10 / 15 metri; è presente soprattutto in Portogallo (dove il sughero era usatissimo negli antichi monasteri per coibentare i locali), in Spagna, nel Nord Africa e un pochino anche in Italia. La qualità migliore è la spagnola, mentre il Portogallo ha il primato della quantità. I tappi di sughero cominciarono ad essere introdotti in sostituzione dei tappi di piombo nel XVI secolo e ad allora risale la tecnica di lavorazione ancor oggi seguita.

La prima fase è il distacco della corteccia dal tronco (decortica): questa operazione si esegue nei mesi più caldi e secchi, è manuale e deve essere fatta con attenzione per non indebolire troppo l’albero, che viene letteralmente sbucciato. L’albero impiega circa un mese a produrre una nuova corteccia, che tra l’altro migliora di volta in volta essendo sempre meno spessa e meno porosa. Ad ogni modo, un albero viene decorticato solo ogni dieci anni circa (la vita di uno di questi alberi è superiore ai 200 anni).

Il sughero decorticato viene accatastato all’aperto con la pancia rivolta verso il suolo e così rimane per un paio d’anni: questo periodo è necessario per disperdere tutto il tannino ed i sali minerali, oltre che per l’affinamento dovuto alla stagionatura.
Una volta stagionato, il sughero viene bollito per un’oretta per eliminare parassiti e per aumentare il volume e la morbidezza del sughero stesso. A questo punto il sughero è lasciato asciugare per un paio di settimane, al termine delle quali è esaminato, selezionato e classificato a seconda del suo spessore (esistono 7 categorie) e della sua qualità (altre 7 categorie).
Finalmente il sughero non scartato viene lavorato, tirato e tagliato fino ad assumere la forma del nostro tappo, che con tanta trascuratezza buttiamo via subito dopo aver stappato la bottiglia: è stato calcolato che con 100 chili di sughero si producono solo 12,000 tappi...

La prossima volta, quindi, dedichiamo un secondo di silenzioso raccoglimento a quest’umile ma complesso ed indispensabile compagno del vino!

 

Albero del Sughero